Milioni di diplomati si sono trovati, ed altri si troveranno negli anni a venire, di fronte al bivio tra il lavoro e l'Università. Verosimilmente si tratta della prima scelta da adulti, una decisione vincolante per il futuro che per alcuni è spontanea, mentre per altri appare molto difficoltosa.
Un dilemma che coinvolge milioni di giovani, chiamati a decidere se iscriversi all'Università e a scegliere la facoltà più consona alle proprie inclinazioni, senza dimenticare le prospettive lavorative.
In merito alla scelta del corso di laurea ricordiamo, innanzitutto, la riforma del 1969 la quale ha liberalizzato l'accesso agli studi universitari. Grazie alla legge 910 del 1969 tutti gli studenti che hanno ottenuto il diploma di scuola superiore possono iscriversi a qualsiasi facoltà, superando in questa maniera la precedente distinzione fra i licei, visti come le scuole preparatorie per l'Università, e gli altri istituti superiori che non consentivano di intraprendere gli studi accademici.
Tutti i diplomati possono, pertanto, accadere all'Università, anche se vanno ricordati alcuni moderni sbarramenti rappresentati dai test d'ingresso.
Agli inizi di settembre sono, infatti, previsti test d'ammissione per i corsi di laurea a numero chiuso, quelli che pongono un tetto massimo al numero d'iscritti.
Solitamente si tratta di prove d'ammissione formate da una serie di domande a risposta chiusa, le quali vertono sia sulle discipline caratterizzanti il corso universitario, sia sulla cultura generale.
I test d'ingresso sono i primi esami che gli studenti devono sostenere e, se superati con successo, costituiscono il battesimo della carriera universitaria, fatta di tasse d'iscrizione, numero di matricole, lezioni, esami etc.,.Nelle pagine successive vedremo meglio come funziona l'Università italiana.